Capitolo 5

Capitolo 5

Sono andata in spiaggia stamattina. Era da tanto che volevo andarci. A volte mi chiedono perché proprio Rimini… Rispondo sempre allo stesso modo: cosa c’è più bello del mare ? l’odore, il rumore… è uno scenario così malinconico quanto bellissimo. Un po’ come me.

Il vento mi scompiglia i capelli ma io mi siedo sula sabbia, ho tolto le scarpe e ho fatto partire la mia canzone preferita. Ho i piedi nella sabbia gelida, ma sento la sabbia passarmi tra le dita. Mi ricorda così tanto casa.
Chi mi conosce sa che ho un debole per Fight Club, la scena finale mi fa venire i brividi, e quando penso che sia uno dei film più belli che io abbia visto ecco che arrivano i Pixies, suonano e urlano nel microfono… where is my mind ? where is my mind ? E io mi perdo in quella domanda.
Me lo chiedo anch’io. Guardo il mare e mi perdo in uno dei più bei viaggi mentali che io abbia mai fatto, di quelli che solo la musica ti da.
Vado sulla Luna, torno indietro solo quando decido di mettere pausa. Vorrei che quel momento non arrivasse mai.

L’amore per la musica non so descriverlo. E’ una cosa che ho dentro. Ho sempre pensato che fosse la mia unica compagna, la mia amica fedele, pronta ad assecondare la mia mente contorta. La mia zona franca, il luogo dove le sofferenze smettono di pulsare, dove la felicità viene esaltata, e dove la tristezza trova il conforto più grande. Quando ero piccola cantavo per dimenticare, alzavo il volume al massimo per riempire il mio dolore. Mi dicevo voglio sentire ancora di più, voglio farmi sentire, voglio che tutti provino quello che provo io. Ero timida e non avevo amici. Non li volevo neanche. La mia unica amica era lei. Mettevo play e me ne andavo su Marte. Facevo un giro nell’universo, volavo tra le stelle, chiudevo gli occhi e non volevo più scendere. Ma la vita vera non era quella. Era come se avessi trovato il mio elemento, ma io preferivo vivere tra le stelle e non tra le altre persone. Le persone mi facevano male, ma la musica, lei non lo avrebbe mai permesso.

Sapevo che un giorno avrei trovato lo sbocco per questa cosa che mi girava dentro. Si, perché quando trovi qualcosa che ti appaga vorresti corrergli dietro per tutta la vita. E a me la musica mi faceva sentire viva. Anche quando non avevo voglia di esserlo.
Quando mi ammalai, piano piano la musica scomparve dalla mia vita.

Vivevo in un mondo grigio, senza colori. Era come se un parte di me avesse pian piano tolto tutto quello che poteva darmi un po’ di piacere. Un po’ di tregua. Io non potevo avere passioni. Perché le passioni sono stupide. Le passioni sono una perdita di tempo, le passioni ti rendono vulnerabile. E io non voglio mai più soffrire. E così sprofondai nella mia bolla di sapone. Nessuno poteva vedermi e io non potevo vedere nessuno. Misi la mia intera esistenza in standby e non schiacciai mai più play.

Suonare mi terrorizzava, perché in quei momenti io ero libera. Ero un uccello, volavo nel mio elemento, tendevo la mano al mio pubblico, perché volevo farli salire, volevo che si perdessero nel mio viaggio. Volevo che mi seguissero. Volevo regalargli qualcosa di mio. Volevo fargli vedere il mio mondo. Ma io ero ormai una semplice figura nella mano della mia malattia. E quando lei chiuse il palmo mi schiacciò. Ma non schiacciò solo quello che rimaneva di me. Schiacciò tutta la mia voglia di vivere. Diede un calcio ai miei colori, alle mie fantasie, per buttarmi in un buco nero. Avevo paura di sentirmi libera. Avevo paura di provare qualcosa. Ma io tanto non sentivo più nulla.

Un giorno salii in stanza. Era qualche mese che ero ricoverata. Presi una cassa, misi play e ascoltai Where is my mind. Iniziai a piangere dopo la prima nota. Come avevo potuto dimenticarmi di questo ? Mi godetti quella canzone come non avevo mai fatto prima. Era la pioggia dopo anni di siccità. Allora vivere è questo. La musica era vita. Vita nella mia morte. Mi travolse come un onda, e mi portò al largo, dove potevo essere libera e nuotare, dove l’orizzonte era solo un punto di arrivo.

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13 Comments
  • Lucrezia
    Posted at 17:46h, 26 Febbraio Rispondi

    Ciao Valentina,
    non so come tu riesca a farlo, ma riesco a provare le stesse sensazioni passate e presenti che le tue parole descrivono. Non sei una scrittrice, ma credo che tu abbia un dono innato. Valentina sei un’anima speciale! È proprio vero che le persone più sensibili, più profonde e con al vena artistica più marcata sono anche le più tormentate. Questo è un mondo che non ci appartiene, si vola su Marte, sulla luna.. altrove. Renditi conto della tua rarità come persona e fanne tesoro. Tvb

  • Eli
    Posted at 12:01h, 27 Febbraio Rispondi

    sei una perla preziosa… dalla tue parole traspare la tua anima meravigliosa

  • Stefano
    Posted at 13:50h, 27 Febbraio Rispondi

    Sei una persona bellissima Vale dentro e fuori… Ti ho sempre seguita dai tempi del trono di uomini e donne a purtroppo il periodo buio della tua vita stando un po’ male anche io.. Ti auguro sempre tanta salute e felicità 😘

  • Alessandra
    Posted at 14:15h, 27 Febbraio Rispondi

    Vale💞♥️….Che dire…..semplicemente meraviglioso. In ogni tua singola parola io provo, vivo e sento….perché tu riesci a fare questo quando scrivi cara Vale, riesci a far SENTIRE♥️. Ti voglio bene 💞

  • Samanta
    Posted at 15:23h, 27 Febbraio Rispondi

    .. certe volte lasciarsi cullare fa bene.. rimanere in balia delle onde anche.. ma poi bisogna riprendere a volare.. ❤️

  • Anna
    Posted at 15:36h, 27 Febbraio Rispondi

    Avere paura delle proprie emozioni …. lo capisco bene ! Io ho paura sempre .
    Mi hai fatta piangere , dentro la mia testa però pensavo che stupida sei a piangere ? Come se qualcuno mi stesse guardando e mi sentissi giudicata . Ognuno porta dentro di se la propria malattia … ci vuole coraggio ad aprire quella
    Porta ! Ciao vale ❤️

  • Valeria
    Posted at 22:56h, 27 Febbraio Rispondi

    Ciao Valentina, sei una ragazza meravigliosa ammiro tantissimo la tua forza di volontà e il modo in cui stai affrontando questo momento delicato . Non mollare mai sei fortissima e molto presto tutto questo sarà solo un brutto ricordo.
    Ricorda le peroane troveranno sempre un motivo per criticare poiché molte volte a parlare è l’ignoranza!
    Un bacio 💋

  • Valentina
    Posted at 13:04h, 28 Febbraio Rispondi

    Ciao Valentina.. Tu sei una persona meravigliosa così come sei, fin dai tempi di Uomini e Donne, tu mi hai colpita a tal punto di seguirti sui social, e sono orgogliosa di quanta forza tu abbia trovato per rialzarti e prenderti la tua VITA in mano, sei una piccola grande GUERRIERA, abbiamo la stessa età ma io non riesco a reagire come lo stai facendo tu.. non riesco a liberare e confidarmi su tutte le cose che mi frullano per la testa… per questo io stimo il tuo gran coraggio e la tua forza. ♥️Unica

  • diego bonini
    Posted at 01:31h, 03 Marzo Rispondi

    Ho letto il tuo post , condiviso da Elisa , mia figlia . Tante bellissime parole , mai tanto belle quanto il sapere che sei fuori dal tunnel . Grazie anche per essere stata vicina alla mia Elisa , che purtroppo ancora ha tanta , tanta strada da fare . Un abbraccio

  • Rosy
    Posted at 21:18h, 09 Marzo Rispondi

    Ciao Vale,ho appena scoperto il tuo blog guardando il tuo profilo Instagram. Volevo dirti che ti apprezzo un casino. Sei una Donna forte,lo sei diventata piano piano. Ti seguivo già a Uomini e donne e devo ammettere che mi sei piaciuta fin da subito. Volevo dirti che anche io ho passato un periodo brutto della mia vita. Mi ero fissata anche io con il fisico perfetto,e devo ammetterlo,ho rischiato di caderci anche io (non fino in fondo) . Tutti mi fermavano chiedendomi se avessi qualcosa,non sapevo nemmeno io cosa. Non so come ne sono uscita,forse non sono entrata nel tunnel al 100% . Non ti nascondo che ogni tanto penso ancora al fisico perfetto,e so che a 19 anni dovrei pensare ad altro… non sono fidanzata,vorrei esserlo però,per il semplice fatto di piacere al 100% a qualcuno , senza ma e senza però. In ogni caso sappi che ti ammiro ,tanto❤️ Spero continuerai ad aggiornarci sulla tia vita . Ti auguro il meglio, sii forte sempre .

  • Simona
    Posted at 15:27h, 30 Marzo Rispondi

    Non so come tu faccia a trasmettermi sicurezza pur con conoscendoti, non so proprio! So solo che sei una persona unica al mondo, sono poche quelle come te!

  • Valentina
    Posted at 20:49h, 05 Novembre Rispondi

    Leggo, leggo e piango.. Forse sono davvero troppo empatica come dicono. È un bene o un male? Non lo so, ma posso dire con fermezza che mi piace, mi piace questo mio aspetto, questa mia peculiarità,forse sono poche le cose che mi piacciono di me e questa è una di quelle. Potrei dirti che anche io, come te, non mi sono mai piaciuta, ma non è così, non è vero. Ci sono stati periodi dove mi guardavo allo specchio e mi piacevo, ma automaticamente qualcosa o meglio qualcuno, mi faceva sentire sbagliata…tanto sbagliata che alla fine sono arrivata ad essere così come sono ora e forse è arrivato il momento di presentarmi. Mi chiamo anche io Valentina, sono 1.80 cm per un peso di quasi 120 kg, una donnona insomma…mi immagino già i commenti delle persone che leggono “minchia, ma stiamo scherzando??” bè ragazze e proprio così. Ovviamente non sono sempre stata così obesa…ma la vita mi ha posto davanti un susseguirsi di problemi, un susseguirsi di ostacoli che mi hanno reso obesa e infelice. Ho passato una vita a sentirmi dire :” hai un viso meraviglioso, ti rovini per del cibo?” o “che schifo, io le grasse non le sfiorerei nemmeno per sbaglio” o ” no, questo posto di lavoro non è per te, devo avere persone di bella presenza e tu non rispecchi i canoni della bella presenza, sei troppo grassa” e tantissime altre frasi. Quello che mi chiedo è questo, come è possibile che le persone vedano solo un involucro e non la sostanza??? Se vedessero la sostanza scoprirebbero che sono una persona insicura che soffre di ansia e panico…con una persona molto vicina a lei che non fa altro che mortificarla dal punto di vista fisico. Come può una persona sviluppare sicurezza in sé stessa se fin da quando sei piccola le persone che dovrebbero amarti non fanno in modo che questo accada?? Sembra solo che vedano una Valentina che mangia per qualsiasi cosa e non una Valentina che per anni ha sofferto da morire per la morte del suo fratellone. Perché le persone non vogliono vedere? Perché io non riesco a vedere che faccio la stessa cosa che gli altri mi fanno, cioè del male? Perché vedo nel cibo l’unica ragione di un briciolo di felicità? Non so come uscirne dal tunnel… Ho ammirato tantissimo la tua forza, la tua storia.. Vorrei avere anche io quella forza di dire basta per davvero, ma ho paura che se dico basta non sarò più felice… “Se il compromesso per essere felice è avere 50 kg in più posso accettarlo” questo mi dico sempre.. Ma so che non è così.. Da vale a vale, cosa mi consigli di fare???. Un abbraccio.

  • Giulia
    Posted at 10:37h, 17 Febbraio Rispondi

    Non ho avuto la tua problematica, ma un’altra altrettanto oscura e profonda che ti infhiotte e per tutti quei mesi è stato dolore acuto, dolore fino in fondo e fino al cuore. Nessuno poteva capire l’intensità nè niente. Non lo accettavo e ancora fatico, non ne riuscivo a parlare tranne che con lo specialista, i miei e il mio ragazzo perché erano intorno a me, ma per il resto non ce la facevo, forse non ce la faccio ancora. Era troppo acuto il dolore, faceva male dappertutto, in tutto il corpo e la non accettazione era fortissima, la vergogna anche, ok con gli altri, ma con me stessa e il senso di colpa perché era successo a me. Non ho mai scritto così di quel che è successo, ma grazie a te le parole sono venute fuori da sole. Tu puoi capire. Adesso quel periodo di sofferenza infinita è come una grande sfocatura che fa male, ma è anche come irreale. Lo specialista anche mi ha fatto soffrire, mi riportava inesorabilmente a chiedere sempre le stesse cose, a chiedermi di ricordare sempre le stesse cose che io non ricordavo, un giorno che non scorderò mai mi sono sentita come mai nella mia vita perché quelle parole ebbero un eco incredibile dentro di me, fecero tremare tutto, colpirono forte, fortissimo. C’era anche mia mamma e il colpo arrivò un po’ da tutte e due le direzioni perché lei annuiva e cose simili. Quel giorno non lo scorderò mai, mi sono sentita uno schifo come mai. Ricordo quando uscivamo da lì perché prima andavo sola, ma in quel periodo io senza mamma non riuscivo più e quando si usciva alcune volte gli dicevo di andare a prendere il gelato, un giorno eravamo sedute al parco davanti a mangiarlo, ero arrabbiata, ero furiosa come sempre con quella cosa e con me stessa, ero stanca sfinita, cercavo di leccarmi le ferite e di curarmi un po’ con un gelato. Alzai la voce forse piansi anche, non lo ricordo. Era tutto una baraonda e litigavo con papà a casa e con lei a volte anche se in modo diverso. Alcune parole e alcuni momenti io non li posso scordare e come ero non lo scordo. Quell’immagine che fa male. Ricordo tutti i giorni che vomitavo così tante parole che non mi riuscivo a fermare. Le serate lunghe e i momenti in cui con il mio ragazzo tiravo fuori tutto, non c’erano più barriere e per me era un bisogno assoluto, mi dispiaceva per lui quando non ce la faceva quasi più, quando gli facevo fare sempre tardissimo per sentire tutte quelle cose. Ora piango e forse così non ho pianto mai, per queste cose, perché stanno chiuse in un cassetto lontano e io non l’avevo riaperto. Ma mi è stato sempre vicino e ha fatto di tutto, diceva che non riuscivo più a godermi nemmeno un istante perché ero troppo presa da tutte quelle cose e che ne dovevo parlare sempre perché non riuscivo. Ha fatto di tutto sempre il buono, ha combattuto per me anche quando io non lo potevo fare, quando faceva male anche a lui, quando gli spezzava il cuore vedermi così, tutti i giorni che arrivavo tardi e lui aspettava, quando non riuscivo più a decidere neanche le cose più stupide e lui stava lì paziente, non riuscivo a comprare cose e ci stavo le ore, mi bloccavo, era assurdo. Mi sforzavo, non potevo fare niente di più. A volte si arrabbiava e perdeva la pazienza, così come i miei. Papà una volta andò via dalla stanza, altre mi disse delle parole troppo forti per me in quel momento. A volte il medico sottovalutava i dolori che io provavo per quelle parole. Tutti mi spingevano in una direzione e io volevo andare nell’altra. Io ero forte e sapevo cosa potevo fare. Ce l’ho messa tutta, ho raschiato il fondo e ce l’ho messa tutta per uscire da laggiù con le mie forze. Me lo dicevano. Mi ricordo che un giorno fatidico dissi a lui più e più volte che non mi era mai successo, ma mi sentivo la tristezza proprio nel cuore e faceva male. Non volevo vedere e sentire nessuno, praticamente nessuno mi cercava e io soffrivo soffrivo e non potevo farci niente, in quel periodo era vuoto, vuoto più totale. Ogni giorno quando sento la sveglia e devo mandare giù la pasticca sento un dolore intenso, ma dura solo per quell’attimo. Iniziare quanto ha fatto male, mi ha distrutto, quanto ci è voluto, quanto tempo, quante volte ho rimandato e quella mattina io non me la scorderò mai perchè anche se qualcuno mi stava vicino in quei momenti si è sempre soli e nessuno può capire, gli sembra nulla, gli sembra che devi farlo per forza per necessità e basta, quel giorno dovevo farlo per forza, mi era stato dato un ultimatum e avevo paura a non rispettarlo. E tutto questo è partito dalla tua frase sulla musica che non esisteva più nella tua vita. Non esisteva più nemmeno nella mia e non esisteva quasi nulla. Non riuscivo a tollerare niente o quasi, solo il silenzio, il resto era insopportabile e troppo forte. La musica è sempre stato tanto per me, forse l’unica cura e l’unica cosa che mi smuove quando sto a terra. Era vuoto di musica, era silenzio assordante e basta. Io la odiavo. La radio la abbassavo sempre anche in macchina di lui. Le canzoni non le cercavo più. Quando dopo tanto tempo mi sono un po’ rialzata io ho messo play e non ci credevo e neanche a quello che sentivo dentro. Piano piano oggi è praticamente pieno di musica e io nonostante il poco aiuto ce l’ho quasi fatta. Scusa se ho scritto così tanto e grazie.

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