LUNA CRESCENTE – La Notte, i Break Science e La Tana

LUNA CRESCENTE – La Notte, i Break Science e La Tana

Sono le 3.30 e sto disegnando. Ogni tanto lo faccio, pur non essendone capace. Mi piace l’idea di potermi scarabocchiare, di vedermi dal di fuori, mentre cerco di regalarmi tutta l’espressività che so di avere nella realtà. E poi dopo mi ritaglio sempre, e mi attacco al frigorifero. Mi piaccio di più, quando divento un personaggio dei fumetti. Non saprei capirne il motivo, però è una di quelle cose che mi fa stare bene. Rende la realtà, quella del giorno, molto più ironica e divertente. Più spensierata. Lo faccio quando non riesco a scrivere, o quando semplicemente non mi va di parlare. Ho vissuto così’ tante situazioni, cose, avvenimenti, che a volte vorrei essere capace di disegnare quel braccio, che tanto non riesco a fare, per potere rendere di più l’idea dei miei stati d’animo, per poter trasmettere un nuovo stato emotivo, nei miei “fumetti” brutti e, per questo, unici.
Metto su la musica e mi faccio guidare dal momento, come quando butto giù le bozze dei miei articoli. Il mezzo è sempre quello, la musica, l’unica musa, in grado di fare da apri barattolo al contenitore delle mie emozioni. Mi apre la testa e fa circolare l’aria, quella di cui ho bisogno per andare avanti. Quando scrivo, succede lo stesso. Mi rende libera, mi permette di far uscire tutta quella tempesta di pensieri che ho continuamente. Esprimendoli, piano piano se ne vanno, facendo spazio ad altri nuovi, e così via. E’ una catena di montaggio perfetta, il mio compromesso, qualcosa che mi permette di stare in piedi, sul filo del rasoio.

Ormai lo avete capito tutti, mi piace descrivere i miei stati d’animo, le sensazioni, i pensieri. E’ divertente, o almeno, è quello che più mi riesce bene. Non l’ho scelto, è arrivato e mi sono voluta adeguare. Non amo reprimere la mia natura, e cerco sempre di navigare in acque inesplorate, alla scoperta di un terreno nuovo, dove potermi fermare guardandomi attorno, iniziando a costruire la mia città.
Tutto questo accade di notte, mentre tutti dormono, immersi in un silenzio così perfetto che sarebbe in grado di coprire ogni singolo rumore. Non c’è nulla a parte me, e qualche ambulanza in lontananza. Ma come fanno a dormire? è tutto troppo bello per lasciarlo andare.
Ed è sempre così, quando il sole inizia a tramontare, qualcosa dentro di me decide di svegliarsi. E di colpo, tutta la realtà si altera. La mia casa cambia forma, diventa una tana buia, dove però mi sento bene. Non so perché, ma in questo momento mi è venuto in mente l’albero di Nightmare Before Christmas. E allora parte l’inquadratura soggettiva, la porta nel tronco si apre e io mi ci fiondo dentro. Mentre mi butto cambio forma. Divento un fumetto, come Emily. E poi scivolo, finché non atterro nella sala della Tana. La stessa casa di prima, però capovolta. Le luci rosse diventano un caldo invito a entrare, le candele mi abbracciano e la musica che deve fare… parte. Vorrei vivere così ogni giorno, vorrei che fosse sempre buio, vorrei che le persone dormissero per sempre.
Lo spazio attorno pian piano inizia ad allargarsi, cancellando i limiti della stanza, e inizia a colorarsi tutto di nero, come i miei disegni. Secchiate di colore avanzano come radici verso i miei piedi, cancellando la realtà. Si fondono con i miei pensieri. Ed è proprio in quel momento che accade la magia. Accendo le mie candele nere, e inizio a scrivere. Senza regole, senza limitazioni, senza tempo, senza luogo, senza spazio, senza giudizi.
Fluttuo nella mia tana nera e rossa, mi alzo da terra e inizio a viaggiare. Viaggio in un luogo sicuro, dove tutto è gestibile, dove tutto è possibile, dove nessuno può farmi male, dove posso “dormire e sognare la mia storia”. E la scrivo.
Più la musica scorre più sento che il mio barattolo si apre. E quando si schiude del tutto, una cascata di nero scende di colpo. E’ così forte che riempie immediatamente la stanza, e mentre io continuo a volare, lei inizia a sbattere contro al muro. La stanza si riempie così’ tanto da ondeggiare. Una risacca di inchiostro fa si che le onde si scontrino tra di loro, e poi lo fanno di nuovo. E ancora, poi ancora.
Il tempo non esiste più. Non so che ore sono e non lo voglio sapere. Quando mi chiedono quale sia il mio posto preferito non riesco mai a rispondere. Alla fine si, L’ho costruito io, armandomi di pazienza e di dolore accumulato. Mi sono costruita la mia Heart-Shaped Box personale, dove posso entrare ogni volta che ne ho bisogno. Qui non esiste il tempo, non esiste niente e nessuno, fuorché me stessa e cagnino che, fedelmente, mi dorme sempre accanto.
A volte vorrei che non finisse mai, ma poi so che è giusto tornare a casa.
E piano piano, con il sorgere del sole, le onde iniziano a retrocedere. Il nero, come nei migliori video reverse, si ritrae. Le candele si spengono e le luci tornano ad essere di un giallo caldo.
Osservo, da spettatrice, mentre tutto torna normale, mentre si smontano le luci, la camera e l’ingresso.
Mi ricorda tanto una canzone.
Quando la musica si spegne, beh…finisce tutto.
Esco dal mio tronco, chiudo la porta e torno verso casa. Cagnino si è svegliato, e mi segue felice.
Lui sa che Ora è il momento delle coccole. “Domani ci torniamo, non ti preoccupare”.
Mi disegno e mi vedo piccola e scarabocchiata, in giro per la mia città di carta, dove niente è così brutto come sembra.
Mi viene da ridere, perché è divertente.
Quando disegni le cose, diventano più leggere.
Tu puoi fare tutto.
Si, non vorrei mai essere nessun’altra.
La Notte sono io.

“And you reach without reaching, you speak without speaking, ‘cuz you’re far”
Break Science – Once in a while

1 Comment
  • Sofia Padoani
    Posted at 21:21h, 24 Novembre Rispondi

    mi sono rispecchiata in queste parole, dormire la notte mi sembra uno spreco di tempo, hai tutta la tranquillità che vuoi, fuori sembra tutto calmo quando invece migliaia di persone chissà cosa stiano facendo…la notte buia ma con sfumature azzurre, blu, viola…e l’illuminazione della Luna…essere dentro la tua stanza, con una fiaccola accesa, il silenzio con la musica che ti tormenta la testa di pensieri, ricordi, pezzo da buttare giù, scritture…che senza di essa non saresti stato in grado di ricordare o di renderti conto di quello che ti circonda.. La Notte, con la lettera maiuscola per definire tutto ciò che è ma che non è…la gente che riposa non guardando al di fuori, non guardandosi intorno e vedere che bellezza che è il mondo spento e con gli artisti di notte che lavorano nel loro buio, nella loro arte, nella loro memoria…un’opera d’arte si crea…il silenzio…il buio…la fiaccola accesa…il silenzio…il silenzio che è più forte di un rumore, perché quando una persona parla a bassa voce significa che è una cosa importante, quando una persona urla cerchiamo di non farci caso perché probabilmente è arrabbiata…il silenzio, è la tranquillità.

Post A Comment

Iscriviti alla Newsletter